Design2021

Le forme della materia invisibile

Pierluigi Masini

Year
2021

Kanz lavora sull’elemento Aria. Perché?
«E’ la prima volta che ci troviamo a discutere d’aria, può sembrare molto ovvio ma l’argomento è in realtà molto complesso. Riflettere sul tema
dell’aria ci ha condotti ad analizzare il nostro appproccio progettuale sotto questa luce nuova, e ci siamo resi conto che l’elemento Aria ne costituisce alle volte l’essenza, spesso l’inconsapevole fonte di ispirazione, mentre altre volte ne rappresenta il limite».
L’Aria vi fa ottenere i risultati che volete…
«Il concetto di Aria è di sovente il fulcro del nostro lavoro, agiamo su di essa oppure insieme ad essa per ottenere il risultato che desideriamo. L’aria
soffiata ci consente di plasmare profilati in vetro per creare forme organiche, come nel caso dei nostri bicchieri Bubble, forse il primo progetto in cui
per noi l’elemento aria ha rappresentato fin dal principio il tema dominante. I calici Bubble sono stati immaginati come bolle d’aria fluttuanti in maniera casuale e la sfida è stata quella di realizzare degli oggetti in vetro che non venissero percepiti
come solidi ma come fluidi, utilizzando la soffiatura e al contempo sottraendo la simmetria alle sfere, in modo che ne risultassero bolle eccentriche
sempre diverse. Un limite è quello delle dimensioni massime che può raggiungere un vetro soffiato, dato dalla quantità d’aria che il maestro vetraio
riesce ad espirare in una volta, in un certo lasso di tempo e con la corretta pressione».
Aria anche come elemento da proteggere…
«Nei casi precedenti ci risulta naturale associare il concetto di aria a quello di essenza, al soffio di vita. Oggetti che prendono forma nell’aria, grazie
all’aria. Ma l’elemento aria è anche un veicolo di agenti inquinanti e tossici. In questo senso l’aria assume un significato opposto, diviene dannosa
alla vita, un pericolo sia per gli esseri viventi che per molti materiali inorganici che possono essere alterati, rovinati, corrosi, persino distrutti al contatto con gli agenti presenti nell’aria. Il tema, di triste attualità in tempi di pandemia, diviene quindi quello di proteggerci e proteggere dall’aria ciò che ci è caro».
Il vostro ultimo progetto sottrae Aria. Perché?
«Il nostro ultimo progetto Embodied Cognition (Conoscenza Incorporata), realizzato in accordo con l’azienda Nesite, presentato a Napoli in occasione di Edit 2020, parla proprio di aria sottratta, di oggetti insacchettati e messi sotto vuoto. In questo caso gli oggetti presentati sono tre sedie iconiche, tre oggetti presenti nella memoria storica della maggior parte di noi, ma l’esperimento può estendersi a qualsiasi forma e dimensione. Si tratta di proteggere qualcosa che per noi ha un valore, che sia testimoniale, affettivo, economico. Embodied Cognition parla del rapporto tra corpo e mente, dove l’oggetto rappresenta la mente racchiusa all’interno di una membrana protettiva (il corpo), una mente in grado di stabilire un contatto con la mente dell’osservatore risvegliando la memoria inconsapevole di qualcosa di noto. Il rivestimento che aderisce perfettamente alla forma, in assenza d’aria, non solo protegge ma esalta la forma anziché nasconderla».